Impossibile concentrare in poche righe la figura di Giuseppe Verdi: il suo genio assoluto, la sua indole caparbia, il suo legame con la terra natia si possono comprendere soltanto visitando i luoghi in cui il “cigno di Busseto” trascorse la maggior parte della propria esistenza. Tra questi spiccano:
Il fazzoletto di Peppone e la tonaca di Don Camillo: ecco due tratti distintivi dei celeberrimi personaggi creati dalla fervida fantasia di Giovannino Guareschi, che ancora oggi divertono tantissime persone . Scenario naturale delle loro dispute è il “mondo piccolo”, che rivive a:
Arturo Toscanini è stato senza dubbio uno dei più grandi direttori d’orchestra di sempre, le cui conduzioni hanno incantato gli spettatori dei maggiori teatri del mondo. Un’altra dote gli va riconosciuta: la grandezza morale, che lo portò a effettuare scelte coraggiose e a opporsi fermamente ai totalitarismi. Un personaggio memorabile, la cui conoscenza si può approfondire a:
Il grande violinista Niccolò Paganini ebbe molti rapporti con Parma: qui giovanissimo sostenne la prima audizione, nel 1835 fu nominato Direttore dell’Orchestra Ducale, e dopo svariate vicissitudini la sua salma trovò infine sepoltura nel camposanto cittadino. Si possono quindi ritrovare le sue tracce a:
Figlia dell’imperatore d’Austria Francesco I, consorte di Napoleone Bonaparte ed infine duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla: ecco Maria Luigia, la sovrana tanto amata dai parmigiani. Dall’essenza estratta dalle violette all’opera lirica, dalla fondazione di importanti istituzioni al restauro di preziosi monumenti, la sua figura emerge in modo preponderante nella storia della città. Le atmosfere della corte luigina sono evocate a:
“La Certosa di Parma”: un libro che ha regalato fama imperitura al suo autore, Stendhal, e che ha creato il mito di un luogo ancora oggi agognato, ricercato da numerose persone che giungono a Parma pensando di trovare un luogo… che in realtà non esiste. A dire il vero una Certosa a Parma c’è, ma non ha nulla a che vedere con ciò che si trova descritto nel romanzo omonimo; si possono invece visitare altri siti legati alla creazione stendhaliana, meno celebrati ma non per questo meno interessanti. Suggestioni d’autore prendono vita grazie a:
Così è stato definito Giambattista Bodoni, maestro di eleganza ed artefice di vere e proprie architetture tipografiche. Creatore di un carattere che costituì il punto di partenza per la stampa moderna nonché direttore della Tipografia Reale di Parma, realizzò opere molto apprezzate in tutta Europa da eruditi, collezionisti ed aristocratici. Sue preziose memorie si possono trovare a:
Nel lungometraggio “Novecento”, il regista Bernardo Bertolucci ha saputo ricreare in modo magistrale un vivido affresco della condizione contadina; buona parte del fascino suscitato dal film è dovuto ai luoghi nei quali esso è stato girato, che ancora oggi sono in grado di stregare i visitatori. Per svelare le zone vicine al “grande fiume” ci si può recare a:
Ebbene sì, anche la guide di Itinera Emilia vanno in vacanza. Diciamo che, spesso, uniamo al diletto il dovere.
Fatto sta che il mio giro in Austria mi ha portata a Vienna, una città imperiale in cui passeggiare col naso all’insù, perché lì tutto è maestoso e racconta di un grande passato. Un luogo che ha molti legami con Parma, la mia città, e che mi ha emozionata, anche se in modo differente di tappa in tappa.
Il Palazzo di Schönbrunn, ad esempio, che dall’esterno appare come una gigantesca macchina turistica, è circondato da un grande e rilassante parco pubblico che i viennesi utilizzano per fare jogging o picnic. Le sue 1441 stanze sono state teatro di nascite e morti che hanno influenzato direttamente o indirettamente la storia del Ducato di Parma e Piacenza. Qui è stato praticamente imprigionato il Re di Roma ovvero il Duca di Reichstad ovvero Napoleone II ovvero il frutto dell’unione tra Maria Luigia, figlia dell’Imperatore d’Austria Francesco II Asburgo-Lorena, e Napoleone.
L’Aiglon, un nome altisonante per un bimbo che, sconfitto e mandato in esilio il padre, viene tenuto quasi nascosto proprio a Schönbrunn dall’amato nonno. Perchè tanta crudeltà? L’Imperatore asburgico aveva capito il pericolo che Napoleone II rappresentava alla luce di una Restaurazione mal digerita dai popoli europei e, in particolare, dai francesi che avrebbero potuto volerlo come nuovo Re. Un ragazzo che con la sua sola esistenza rischiava di sovvertire gli equilibri creati a tavolino dalle potenze europee.
Nel visitare gli appartamenti di Schönbrunn, la camera del giovane Duca stringe il cuore. Lì muore a soli 21 anni, per una malattia polmonare dopo aver elemosinato le attenzioni della madre lontana, che il Congresso di Vienna colloca alla guida del Ducato di Parma di Piacenza, e la stima del nonno.
In una teca, di fronte al busto che ritrae il giovane defunto, è conservata l’allodola imbalsamata che il Duca dichiara essere stata “la sua unica amica” durante quella poco spensierata giovinezza.
Il Museo Glauco Lombardi di Parma conserva ricordi di questo giovane e di sua madre, Maria Ludovica per gli austriaci, Marie Louise per i francesi, Maria Luigia per i parmigiani, tanto amata a Parma quanto discussa in Francia.
Ella riposa proprio a Vienna, nella Cripta degli Imperatori sotto la Chiesa dei Cappuccini, da più di 400 anni luogo di sepoltura degli Asburgo. Luogo dall’atmosfera austera, in un susseguirsi di sepolcri imponenti e severi. La tomba della Duchessa è un po’defilata, semplicissima, e rivela una sorpresa. Trovo deposti alla sua base un mazzolino di violette e un foglio di quaderno con un disegno a matita. Le violette di Parma, da cui si estrae il famoso profumo che Maria Luigia adorava, e uno schizzo: il profilo della Cattedrale di Parma con a fianco il Battistero e lassù, quasi in cielo…un prosciutto! Una curiosa dimostrazione di affetto che mi stupisce considerando che la Duchessa è mancata nel 1847.
Entusiasmante la visita al Kunsthistorische Museum, straordinaria raccolta d’arte che incanta per la sua ricchezza e complessità. Anche lì, vado alla ricerca di un angolo di Parma, e lo trovo tra i grandi capolavori del XVI secolo.
Il primo dipinto che mi trovo davanti è l’Autoritratto nello specchio convesso del giovanissimo Parmigianino, ovvero Francesco Mazzola. La sensazione è la solita. Pur avendo osservato e studiato un’opera sui libri, la visione diretta è sempre sorprendente. Quanta tecnica, quanti simboli nascosti in un quadro apparentemente semplice.
Parmigianino è nato a Parma, dove ha lasciato entusiasmanti prove del suo talento. L’eleganza delle sue Vergine Savie e Vergini Stolte, affrescate sull’arcone della Chiesa della Steccata, giustifica da sola una sosta nella nostra città. Che sviluppi visionari avrebbe mostrato la sua arte se non fosse mancato a soli 37 anni?
Quasi messe a corona di questo piccolo gioiello, riconosco alcune opere di Antonio Allegri, detto il Correggio. Un pittore che si esprime ai massimi livelli proprio a Parma e che la città adotta. A lui è riservato l’onore di affrescare la cupola della Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta. Straordinaria è la spirale di luce che costruisce per rappresentare l’Assunzione, un vortice di corpi e di colori imperdibile per chi visita Parma. Nei dipinti correggeschi a tema mitologico del Kunsthistorische Museum, ho ritrovato la stessa umanità morbida, resa con colori pastellati, una dinamicità mai scomposta unita a una grande carica di sensualità.
Mi riferisco in particolare al dipinto che ritrae Giove, capo degli dei, e Io. Giove ha preso l’aspetto di una nuvola. Il pittore lo ritrae nel momento in cui possiede Io, una figura di donna carica di un’intensa femminilità. Correggio rende qualcosa di impossibile, plausibile, e io ho ancora negli occhi quella nuvola morbida che avvolge il corpo di Io, perlaceo e teso ad accogliere un gesto d’amore.
È stata una bella vacanza, ma l’estate non è ancora finita…