Concepito, a suo stesso dire, tra un’avventura e l’altra del padre garibaldino, il 25 marzo 1867 nasce Arturo Alessandro Toscanini. Memoria prodigiosa e orecchio musicale fuori dal comune gli valgono l’ingresso alla Regia Scuola di Musica (attuale Conservatorio Arrigo Boito) di Parma.
Serio, implacabile nello studio, reagisce alla disciplina ferrea del Conservatorio con memorabili scherzi come ‘la beffa del baffo’ quando insieme con alcuni compagni taglia un baffo all’odiato istitutore che dorme tranquillo nel camerone comune.
Toscanini cresce musicalmente a Parma dove, per ovvie ragioni geografiche, si suona soprattutto Verdi.
Ma nella notte di Natale del 1883 è proprio Parma a ospitare la prima rappresentazione italiana del Lohengrin di Wagner. Per lo studente Toscanini, che assiste allo spettacolo dall’orchestra come violoncellista di fila, è amore a prima vista anzi, a primo orecchio. La novità e l’originalità di questa musica nuova, fanno prendere una decisione irremovibile ad Arturo: non avrebbe più composto.
Gli spettatori del Teatro Regio di Parma si dividono in due fazioni opposte: pro e contro Wagner e anche il percorso musicale di Toscanini verrà profondamente segnato da questi due compositori.
L’Aida di Verdi è la sua prima direzione d’orchestra, un esordio del tutto occasionale. Partito in tournée per il Brasile come violoncellista a soli 19 anni, si trova a dover sostituire il direttore contestato dagli orchestrali che non lo ritenevano all’altezza. Sale sul podio a Rio De Janeiro e dirige a memoria. Un trionfo.
Il ritorno in patria significa ritorno al ruolo di violoncellista e a Verdi, per cui suona in occasione della prima dell’Otello alla Scala. Il rigore nell’esecuzione, che il Maestro pretende sotto gli occhi di Toscanini, diventerà uno dei suoi tratti caratteristici come direttore d’orchestra. Un rigore ottenuto in modo molto energico. Si dice che, quando la sua orchestra americana commetteva errori, Toscanini cominciasse a urlare in inglese per passare all’italiano e poi finire, furibondo, in dialetto parmigiano.
Interrompe la sua collaborazione col Festival wagneriano di Bayreuth, unico non tedesco invitato, per ragioni politiche. Al telegramma di Hitler che nel 1933 lo esorta a restare risponde: ’Con voi mai’
Toscanini amava dire infatti ‘quando si piega la schiena, si piega anche l’anima.
Un inizio nella direzione d’orchestra con Verdi, la chiusura con Wagner.
Il 4 aprile 1954 Toscanini vacilla sul podio mentre dirige l’orchestra newyorchese NBC, si copre gli occhi con una mano, continua ma non riesce a completare il Preludio del Tanneuser.
Dopo 68 anni di una straordinaria carriera, era arrivato il momento di riposarsi.
Arturo Toscanini si spegne il 16 gennaio 1957 nella sua casa a Riverdale - New York. E' sepolto nel Cimitero Monumentale di Milano.