Una terra di vento, di rive sabbiose e di cammini.
Bisogna seguire il fiume per conoscere questa valle.
Sul Trebbia si affacciano il Castello di Rivalta, il Parco Archeologico di Travo, il Ponte Gobbo di Bobbio e l’Abbazia di San Colombano.
Uno snodo fondamentale per i pellegrini medievali che percorrevano la Via degli Abati, variante appenninica della Francigena.
Un fiume che racconta storie antiche e che, con le sue acque ancora limpide e balneabili, offre un contatto pieno con la natura.
Se dovessero girare la versione italiana di ‘UNA NOTTE AL MUSEO’, questa sarebbe la sede adatta. Rinoceronti, giraffe, leoni, orsi imbalsamati sembrano solo in attesa che le porte del museo vengano chiuse per riprendere vita.
Il nucleo originale dei Musei Civici di Reggio Emilia nasce, infatti, con l’acquisto della collezione naturalistica di Lazzaro Spallanzani e si espande seguendo diversi filoni: storico, scientifico, artistico.
C’è tanto da vedere, tra allestimenti ottocenteschi, moderni, fino ad arrivare agli spazi interattivi.
Due suggerimenti: lasciatevi stupire dal tesoro romano barbarico e prendetevi del tempo per ammirare la sezione dedicata al fotografo reggiano Luigi Ghirri. Tematiche cronologicamente distanti ma rappresentative della storia di Reggio Emilia.
Noto come il più grande d’Europa, il Labirinto di Franco Maria Ricci è anche un’architettura sorprendente, progettata da Pier Carlo Bontempi, e un’insolita collezione d’arte, frutto del sogno visionario del mecenate ed editore Franco Maria Ricci.
L'intera struttura, contenitore e contenuto, è espressione del suo gusto personale.
Un'esperienza che non sarebbe completa se non fossimo disposti a sfidare i corridoi di bambù del Labirinto, luogo dove ci si perde per ritrovarsi.