Un viaggio nelle due storiche biblioteche cittadine, tanto diverse ma accomunate dall’importanza culturale che hanno rivestito nei secoli XVI e XVIII. Luoghi di studio e riflessione che custodiscono antichi manoscritti e volumi preziosi, ma anche autentici scrigni d’arte poco noti al pubblico da riscoprire “con il naso all’insù”, lasciandosi guidare tra simboli e personaggi illustri.
Nella Biblioteca di San Giovanni Evangelista, collocata nel silenzio del Monastero di San Giovanni Evangelista, scopriremo dalle pareti al soffitto un vero e proprio intreccio di emblemi e motti, ad oggi non semplici da decifrare, che indicavano agli studiosi la giusta via per il Sapere.
Nella Biblioteca Palatina, situata all’interno del Palazzo della Pilotta e voluta nel 1761 da don Filippo di Borbone con l’aiuto di Paolo Maria Paciaudi “Antiquario e Bibliotecario”, troveremo un luminoso esempio di biblioteca di stampo illuminista, creata dai duchi a beneficio e utilità pubblica.
Noto come il più grande d’Europa, il Labirinto di Franco Maria Ricci è anche un’architettura sorprendente, progettata da Pier Carlo Bontempi, e un’insolita collezione d’arte, frutto del sogno visionario del mecenate ed editore Franco Maria Ricci.
L'intera struttura, contenitore e contenuto, è espressione del suo gusto personale.
Un'esperienza che non sarebbe completa se non fossimo disposti a sfidare i corridoi di bambù del Labirinto, luogo dove ci si perde per ritrovarsi.
La bicicletta, si sa, è un mezzo di spostamento molto diffuso a Parma. Perché allora non fare come i locali e utilizzarlo per questo tour? I tempi di spostamento si riducono e si possono vedere più cose!
Oltre ai monumenti più conosciuti del centro storico, potremo raggiungere zone al di fuori dai soliti percorsi turistici. Facciamo qualche esempio:
e qualche altra chicca che vi sorprenderà!
Se non avete la bicicletta nessun timore: potete noleggiarla alla Cicletteria presso la Stazione ferroviaria quindi... non avete più scuse!
I più conosciuti vitigni della viticoltura collinare parmense, che accompagnano alla perfezione i piatti della cucina tradizionale, sono il Malvasia di Candia aromatica, il Barbera, il Bonarda, e naturalmente il Lambrusco. Vini giovani e frizzanti, che coniugano allegria e leggerezza. La visita a una cantina vinicola sui colli a Sud della città offre la possibilità di degustazioni e abbinamenti preziosi con i prodotti tipici del territorio, primi fra tutti le famose D.O.P. (Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e Culatello di Zibello).
Da sempre considerato il più prezioso e gustoso dei salumi della tavola parmigiana, il Culatello di Zibello è catalogato tra i Presidi Slow Food dell'Emilia-Romagna e spesso definito Re dei prodotti della norcineria. Il Culatello, realizzato a partire dalla coscia di maiale insaccata in vescica, è lavorato e stagionato per minimo 10 mesi in antiche e umide cantine situate lungo l'argine del fiume Po in soli 9 comuni della bassa parmense. Da provare!
Il Prosciutto di Parma (dal latino perexsuctum, letteralmente asciugato) è un prodotto dalle origini antiche ma soprattutto gustoso e genuino. Da sempre ottenuto solo con carne di suino e sale, deve le sue caratteristiche all’abilità dei maestri salatori e all’aria asciutta e delicata delle colline parmensi.
La visita ad un prosciuttificio, nei dintorni i Langhirano, consente di vedere salatura, asciugatura e stagionatura del prosciutto e di acquisirne i segreti.
Assolutamente consigliata la degustazione con pane di montagna e un calice di Malvasia!
Famoso per il fossato che circonda la Rocca, il castello che fu dei Sanvitale custodisce due autentiche perle: la cosiddetta “camera ottica” situata in una torretta e, a piano terra, il camerino affrescato da Parmigianino con scene della vicenda di Diana e Atteone tratte dalle Metamorfosi di Ovidio.
Un saggio della Pittura del Cinquecento che non cessa di meravigliare visitatori e studiosi, per l’eccelsa qualità artistica e per la complessità dei suoi significati.
Per completare la visita non potranno mancare due passi nel caratteristico borgo o una visita al Santuario della Beata Vergine del Rosario, risalente al XVII secolo, che con la sua statua lignea della Vergine datata al 1615 è meta di pellegrinaggio da più di quattro secoli.
La “Piccola Versailles dei Duchi di Parma”, fu residenza estiva dei Farnese, dei Borbone e di Maria Luigia. Ci accoglie oggi con le sale del piano nobile, l’appartamento privato del Duca Ferdinando, la Cappella ducale di San Liborio e il grande giardino.
Il complesso, ancora interessato da opere di riqualificazione e riallestimento, è tra tutti i castelli il più legato alla storia ducale e alla città di Parma ed è ricco di storie e curiosità legate alla duchessa “Babette”, al duca Ferdinando I di Borbone, e alla duchessa Maria Luigia.
Ma non solo: ad esempio, lo sapevate che la grande fontana del Giardino Ducale si trovava fino a un secolo fa proprio nel giardino di Colorno? E quale destino ha avuto il Palazzo dopo l’Unità d’Italia?
Vi invitiamo a scoprire queste ed altre risposte nel corso di una vista che non mancherà di sorprendervi.
Prodotto esclusivamente con latte fresco senza conservanti, rispecchia ancora oggi una tradizione millenaria. La visita a un Caseificio di Parmigiano Reggiano D.O.P. vi porta nel cuore del prodotto, mostrandovi la nascita, la salatura e la spettacolare stagionatura delle forme.
Dopo aver osservato le fasi della lavorazione, il riposo e la stagionatura non può mancare la degustazione finale. Le guide di Itinera Emilia sono A.P.R. (Assaggiatori del Parmigiano Reggiano), grazie alle loro indicazioni potrete apprezzare le caratteristiche delle differenti stagionature e i possibili usi del Re dei formaggi in cucina.
17 FEBBRAIO GIORNATA INTERNAZIONALE DEL GATTO
Vivono nelle nostre case, giocano con noi, sono morbidamente affettuosi, ma non si lasciano mai andare fino in fondo.
Nessuno di voi si è mai chiesto fissando il proprio micio che, a sua volta, sembra fissare l’infinito: “A cosa starà mai pensando?”
Il gatto ha i suoi percorsi (mentali o meno) e non sente il bisogno di condividerli con il suo umano.
Sarà per questa sua natura indipendente che il nostro amico peloso per tanto tempo non è stato visto di buon occhio.
Tante erano le credenze popolari che identificavano il gatto col demonio (i gatti neri!) e lo collegavano alla magia. Il numero 17, considerato dai superstiziosi portatore di sventure, è associato ai mici per la loro presunta capacità di vivere più vite, assumendo il significato di ‘1 vita per 7 volte’. E proprio febbraio è diventato il mese dei gatti e delle streghe.
Possedere un gatto nel Medioevo significava rischiare di finire sul rogo per stregoneria!
Anche l’arte rinascimentale non scherzava con questi animali.
Nella sua Ultima Cena, il Ghirlandaio posiziona un gatto proprio di fianco a Giuda, accomunandolo al peggior tradimento della storia del Cristianesimo.
Ci dimentichiamo però che il gatto ha, per lungo tempo, lavorato per noi. Predatore di taglia ridotta veniva sfamato e ospitato al caldo a patto che tenesse libere cantine e case dai topi
Sotto al tavolo, intorno al tavolo ma anche sopra. Così lo troviamo raffigurato nei quadri di Felice Boselli che da Felix qual era (feles, felino=felix, felice) fa della presenza costante di un gatto nelle sue nature morte, la caratteristica che rende riconoscibile i suoi quadri.
Più igiene nelle case e meno presenza di gatti? No, anche nell’era dei frigoriferi i mici rimangono ad abitare con noi.
Sornioni ed elegantissimi ci guardano dal basso in alto, con saggia benevolenza, i gatti in ceramica di Fornasetti.
I quadri di Felice Boselli ti aspettano negli ITINERARI SUI CASTELLI DELLA BASSA mentre la mostra Theatrum Mundi di Fornasetti (gatti compresi) è inclusa nelle nostre VISITE GUIDATE AL COMPLESSO MUSEALE DELLA PILOTTA